THE KOMBUCHA: FUNGO CINESE, ELISIR DI LUNGA VITA

THE KOMBUCHA: FUNGO CINESE, ELISIR DI LUNGA VITA

La Kombucha è una bevanda fermentata, è leggermente effervescente ed è prodotta a partire da tè nero o tè verde. La kombucha è usata come alimento funzionale

Storia:

Le prime notizie relative a questa bevanda risalgono alla dinastia cinese Qin (intorno al 250 a.C.). I cinesi la chiamavano “elisir della salute immortale”, perché credevano che il kombucha creasse un equilibrio tra il meridiano Ki (milza e stomaco) e aiutasse la digestione, permettendo al corpo di concentrarsi sulla guarigione. In seguito il kombucha si diffuse in Russia e nell’Europa dell’Est, verso la fine del Medioevo, quando il  per la prima volta diventò un prodotto alla portata di tutti. Pare che il nome kombucha sia giunto dal Giappone, dove fu usato per la prima volta nel 415 d.C., quando un medico coreano, Kombu o Kambu, curò con il tè l’Imperatore Inyko e così la bevanda trasse il nome da lui, “Kombu”, e “cha” (che in cinese significa tè).In Giappone il tè kombucha è noto come “kocha kinoko.” In lingua giapponese kombu significa “kelp” (un tipo di alga marina) e “cha” significa tè.

Preparazione

La bevanda, frizzantina e dal gusto dolce e acidulo insieme, si ottiene a partire dalla coltura di kombucha, lo Scoby (Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast), una massa solida di colore chiaro a base di lieviti e batteri. Secondo il metodo di preparazione, la coltura viene fatta fermentare in tè nero o tè verde zuccherato per circa 8/12 giorni in un contenitore di vetro, per evitare eventuali reazioni con recipienti di plastica o metallo. Il contenitore deve rimanere coperto: l’ideale è un pezzo di stoffa fermato con un elastico, che faccia passare l’aria ma non insetti e polvere. Passato questo tempo, il liquido può essere filtrato e consumato, conservato in barattoli di vetro chiusi. Dalla fermentazione si ottiene anche una nuova coltura solida, che può essere utilizzata per una successiva fermentazione.

1. Per la fermentazione bisogna usare sempre un contenitori di vetro: lo scoby, a contatto con il metallo, può morire. Meglio, quindi, non usare neanche cucchiai o arnesi in metallo e assicurarsi di maneggiare la coltura sempre con le mani ben pulite.

2. E’ preferibile usare il tè nero, che deve essere zuccherato con saccarosio. Meglio usare uno zucchero integrale, bio e raw, mentre sono da escludere dolcificanti come succo d’acero o di agave (considerate che, alla fine, in un litro di kombucha finito resterà meno di un cucchiaio da tè di zucchero, una quantità irrisoria).

3. Accertatevi, quando mettete lo scoby nel tè zuccherato, che la bevanda sia tiepida tendente al freddo. Se il tè è caldo, la coltura morirà.

4. Durante la fase di fermentazione, non chiudete il contenitore con lo scoby in un mobile, ma lasciatelo in un luogo protetto,  su di uno scaffale, e non spostatelo né toccatelo per i primi 7 giorni.

5. Può capitare che durante la fermentazione lo scoby ammuffisca. In questo caso la coltura va buttata, non c’è altra soluzione.

6. Una volta ottenuto l’infuso di kombucha, se non si vuole farne dell’altro, mettete lo scoby con acqua e zucchero fino a coprirlo in un contenitore ermetico in frigo: può resistere fino a 3-4 settimane e essere riusato per una nuova fermentazione.

7. Quando si prepara un secondo kombucha, oltre allo scoby, al tè e allo zucchero, mettete nel contenitore anche 250 ml circa del vecchio kombucha che servirà come starter e faciliterà la fermentazione.